Le meraviglie incontrate sul cammino del già citato Concorso Internazionale invece hanno stupito. La follia del concorso è stato il terzo capitolo (nonostante l'inesistenza del secondo) del Pardo d'Oro di Cineasti del Presente 2016 Eduardo Williams: El auge del humano 3 è un'esperienza irriducibile alle interpretazioni tentate; potrebbe essere il racconto di un mondo post una possibile apocalisse avvenuta nel secondo, dove il digitale ha inglobato e reso tutto liquido, multiforme, poliglotta e delirante. Avvalendosi di tecniche VR poi modificate per essere esperibili in una sala cinematografica dando un senso di grandangolo totalizzante, l'argentino classe '87 estremizza la frammentazione del primo capitolo in un susseguirsi di immagini e singoli racconti (Sri Lanka, Taiwan, Perù?) che si intrecciano sia per dialoghi (sempre sconnessi e di difficile, probabilmente impossibile interpretazione) sia per personaggi che ritroviamo dall'altro capo del mondo: in quest'opera tutto viene affermato e negato, separato e unito in una liquidità diegetica che evapora e lascia di sasso.
Rispetto al primo capitolo il virtuale non compare quasi più, e questo potrebbe confermare l'interpretazione apocalittica: dove nel primo film era necessario passare da una racconto interno a un altro passando per lo schermo di un computer e i suoi collegamenti (nel passaggio da primo a secondo racconto alcuni ragazzi ne guardano altri in un Cam Porn omosessuale in diretta unilaterale e la mdp si avvicina fino a entrare e uscire dall'altro lato) in questo terzo l'apocalisse è stata una conversione digitale, non esiste più un mezzo poiché è diventato Uno. È l'arrivo al sogno di Gendo Ikari, un "Progetto di Perfezionamento dell'Uomo" nel quale l'umanità diventa Uno nel liquido amniotico/mare di LCL (vedi le scene in acqua o la meravigliosa scena della festa) e ognuno esperisce direttamente l'Altro? A supportare queste interpretazioni c'è l'uso vero e proprio della regia: sembra di assistere a un film girato su Google Maps, con la mdp sempre posta in alto rispetto ai personaggi, aumentando la fatica a comprendere chi sta parlando.
Alla domanda sul secondo capitolo Williams ha risposto che non esiste, ma ancora non sappiamo se esisterà mai. È fondamentale però che questo autore, uscito a mani vuote dalle premiazioni locarnesi, si rifaccia in un altra competizione e gli venga riconosciuta l'audacia del grande visionario che è: non possiamo perdere un autore così interessante.